L'ASSOCIAZIONE CULTURALE OVERLORD
in collaborazione con la Fondazione Marco Pantani ONLUS è lieta di segnalarvi lo spettacolo teatrale Marco Pantani, il campione fuori norma
di Alessandro Albertincon A. Albertin e M.Ottoliniscene Piero OttusiRegia Michela Ottolini
VENERDI' 7 AGOSTO - ore 21.00TEATRO VITTORIA - BOSCO CHIESANUOVA (VR)
N.B. Stampando la seguente mail e presentandola alla cassa, si avrà diritto all'acquisto del biglietto ridotto.
Intero: 8 euro - Ridotto: 6 euro
Info prenotazione biglietti: 045-7050022
FRAMMENTI DALLA RASSEGNA STAMPA...
IL GIORNALE DI VICENZA - La narrazione è costruita con ottimo ritmo, in un alternarsi di spiegazioni e di siparietti anche comici, ma non guastano affatto, dove i due attori interpretano i vari personaggi cambiando accento e postura, e lasciando giustamente modo, con spazi di silenzio, allo spettatore di digerire l’informazione. Albertin e Ottolini fanno pensare e trasmettono emozioni, forse il massimo per chi calca le scene.Non sono pochi i momenti di grande intensità, ma merita una citazione il finale. Imitando il cronista De Zan senior, Albertin racconta un’immaginaria scalata con protagonisti Pantani, Zaina, Coppi e Anquetil. Pantani e Zaina staccano tutti, poi il Pirata, con un gesto di grande stile, lascia andare alla vittoria Zaina. «Svegliati Marco, ci sono i controlli!», e la bici diventa una croce.
VERONA TIME - Avvalendosi della bravura dei due attori, il tutto risulta avvincente - nella scoperta dei fatti e delle connessioni teoriche - e toccante - nel riproporre lo spaesamento di un leader tradito da un mondo al quale aveva dedicato la propria vita. La rappresentazione ha il grande merito di coinvolgere spettatori di ogni età, appassionati di ciclismo e non.
CITTA' DI VERONA.IT - Storia affascinante, lungi da loro cercare di dare risposte: un lavoro di ricerca e di attenzione verso ciò che pare sia rimasto oscuro in una storia di cronaca che è balzata tristemente sotto gli occhi di molte persone che non hanno bene capito, alla fine, se Pantani fosse realmente colpevole, o solamente l'anello debole, il capro espiatorio usato da chi era più potente, per non smantellare un giro non troppo trasparente di affari e di interessi.
CORRIERE DELLA SERA - L’inizio dello spettacolo, per i tifosissimi di Pantani, è da brividi. Albertin sulle ruote di una bicicletta al lato del palcoscenico, rievoca la telecronaca di Adriano De Zan durante la 19esima tappa del Giro d’Italia 1998. Ma ben presto, nella narrazione, il pubblico viene trascinato nel dramma sportivo e umano vissuto dal ciclista romagnolo: la cacciata dal Giro d’Italia 1999 a Madonna di Campiglio (per un livello di ematocrito nel sangue al di sopra di quello consentito), la persecuzione mediatica e giudiziaria subita, il dramma della sua dipendenza dalla cocaina, fino alla sua tragica morte nella stanza di un anonimo residence riminese.«Il testo di questo spettacolo - conclude Albertin - ricalca il lavoro di Maria Rita Ferrara, che ha studiato la storia di Pantani dal 1999 partendo dal concetto di capro espiatorio dell’antropologo francese René Girard. Da questo punto di partenza, abbiamo cercato di capire se quanto successo da Madonna di Campiglio in avanti fosse normale oppure no».L’altra sera, dopo la fine dello spettacolo a Sommacampagna, molti hanno optato per un secco no.
Per maggiori informazioni sullo spettacolo: http://www.associazioneoverlord.it/
Grazie per la cortese collaborazione.
in collaborazione con la Fondazione Marco Pantani ONLUS è lieta di segnalarvi lo spettacolo teatrale Marco Pantani, il campione fuori norma
di Alessandro Albertincon A. Albertin e M.Ottoliniscene Piero OttusiRegia Michela Ottolini
VENERDI' 7 AGOSTO - ore 21.00TEATRO VITTORIA - BOSCO CHIESANUOVA (VR)
N.B. Stampando la seguente mail e presentandola alla cassa, si avrà diritto all'acquisto del biglietto ridotto.
Intero: 8 euro - Ridotto: 6 euro
Info prenotazione biglietti: 045-7050022
FRAMMENTI DALLA RASSEGNA STAMPA...
IL GIORNALE DI VICENZA - La narrazione è costruita con ottimo ritmo, in un alternarsi di spiegazioni e di siparietti anche comici, ma non guastano affatto, dove i due attori interpretano i vari personaggi cambiando accento e postura, e lasciando giustamente modo, con spazi di silenzio, allo spettatore di digerire l’informazione. Albertin e Ottolini fanno pensare e trasmettono emozioni, forse il massimo per chi calca le scene.Non sono pochi i momenti di grande intensità, ma merita una citazione il finale. Imitando il cronista De Zan senior, Albertin racconta un’immaginaria scalata con protagonisti Pantani, Zaina, Coppi e Anquetil. Pantani e Zaina staccano tutti, poi il Pirata, con un gesto di grande stile, lascia andare alla vittoria Zaina. «Svegliati Marco, ci sono i controlli!», e la bici diventa una croce.
VERONA TIME - Avvalendosi della bravura dei due attori, il tutto risulta avvincente - nella scoperta dei fatti e delle connessioni teoriche - e toccante - nel riproporre lo spaesamento di un leader tradito da un mondo al quale aveva dedicato la propria vita. La rappresentazione ha il grande merito di coinvolgere spettatori di ogni età, appassionati di ciclismo e non.
CITTA' DI VERONA.IT - Storia affascinante, lungi da loro cercare di dare risposte: un lavoro di ricerca e di attenzione verso ciò che pare sia rimasto oscuro in una storia di cronaca che è balzata tristemente sotto gli occhi di molte persone che non hanno bene capito, alla fine, se Pantani fosse realmente colpevole, o solamente l'anello debole, il capro espiatorio usato da chi era più potente, per non smantellare un giro non troppo trasparente di affari e di interessi.
CORRIERE DELLA SERA - L’inizio dello spettacolo, per i tifosissimi di Pantani, è da brividi. Albertin sulle ruote di una bicicletta al lato del palcoscenico, rievoca la telecronaca di Adriano De Zan durante la 19esima tappa del Giro d’Italia 1998. Ma ben presto, nella narrazione, il pubblico viene trascinato nel dramma sportivo e umano vissuto dal ciclista romagnolo: la cacciata dal Giro d’Italia 1999 a Madonna di Campiglio (per un livello di ematocrito nel sangue al di sopra di quello consentito), la persecuzione mediatica e giudiziaria subita, il dramma della sua dipendenza dalla cocaina, fino alla sua tragica morte nella stanza di un anonimo residence riminese.«Il testo di questo spettacolo - conclude Albertin - ricalca il lavoro di Maria Rita Ferrara, che ha studiato la storia di Pantani dal 1999 partendo dal concetto di capro espiatorio dell’antropologo francese René Girard. Da questo punto di partenza, abbiamo cercato di capire se quanto successo da Madonna di Campiglio in avanti fosse normale oppure no».L’altra sera, dopo la fine dello spettacolo a Sommacampagna, molti hanno optato per un secco no.
Per maggiori informazioni sullo spettacolo: http://www.associazioneoverlord.it/
Grazie per la cortese collaborazione.