L'attesa è conclusa: oggi sarà l'Omega Pharma Lotto , alle ore 16.15, la prima formazione a scattare nella cronosquadre di apertura del 94° Giro d'Italia, un percorso di 19,3 chilometri tra Venaria Reale e Torino
Si scatta dal Piemonte per omaggiare il 150esimo anniversario dell'Unita' d'Italia e per questo Giovanni Visconti, campione tricolore, avrà come pettorale il numero 150. Ma se il siciliano dellaFarnese-Neri punta soprattutto ad un successo di tappa, magari sulle rampe del 'suo Etna', un altro illustre corregionale, Vincenzo Nibali, stavolta nella lunga lista degli anti-Contador: il messinese della Liquigas, terzo lo scorso anno allorchè aiutò il suo capitano Ivan Basso a mettere le basi per il trionfo, ha voglia di mettersi indosso la maglia rosa già da domani, avendo a disposizione una squadra veloce e tutta al suo servizio.
E' chiaro però che l'uomo da battere, per gli scommettori come per chiunque pratichi un po' il ciclismo, è Alberto Contador, il madrileno che ha tutte le carte in regola per bissare la cavalcata trionfale del 2008, allorchè si presentò al via all'ultimo momento, senza la minima nozione su avversari e tappe. Stavolta, il fuoriclasse della Saxo Bank ha studiato ogni dettaglio e sbandiera una forma quasi in stile Tour de France: batterlo, come ha ammesso lo stesso Nibali, sarà un'impresa perché l'iberico va forte su ogni tracciato. Il Giro però non è mai scontato e, in questa edizione, sono tanti che possono ambire a lottare per la 'rosa' e per il podio: il marchigiano Michele Scarponi (Lampre-Isd) come la super coppia della Goex, il russo Danis Menchov e lo spagnolo Carlos Sastre, due assi che, nell'arco delle tre settimane, hanno già dimostrato doti di resistenza e abilità. Due ossi duri, soprattutto quando la strada comincerà a salire, saranno gli spagnoli Joaquim Rodriguez (Katusha) e Igor Anton (Euskaltel-Euskadi), due 'mastini' con cui Nibali ha già lottato nella Vuelta 2010, messa in bacheca dallo 'Squalo'.
Se Contador, dunque, è il grande favorito, è impossibile dimenticare che sul campionissimo dei tempi moderni aleggia l'ombra del doping: a giugno, finalmente, il Tas di Losanna dirà l'ultima parola sulla sua positività al clenbuterolo al Tour 2010, una vicenda poco chiara a cui si sommano le esclusioni dell'ultimora di protagonisti certi come Marzio Bruseghin e Alessandro Ballan, coinvolti nel cosiddetto 'caso Lampre'.
La speranza è che questo Giro, a differenza del passato, faccia dimenticare agli appassionati la presenza, costante, di gente che 'bara', dentro e ai margini del gruppo. Se il Giro fosse solo sport, salite e gente ai bordi della strada che urla sarebbe gia' una grande vittoria, a prescindere da chi, al termine della crono di Milano del 29 maggio, e dopo 3.534,5 chilometri e cime come Zoncolan, Giau, Sestriere e via elencando, indosserà fisicamente quella maglia che è il simbolo di un'intera nazione.
E' chiaro però che l'uomo da battere, per gli scommettori come per chiunque pratichi un po' il ciclismo, è Alberto Contador, il madrileno che ha tutte le carte in regola per bissare la cavalcata trionfale del 2008, allorchè si presentò al via all'ultimo momento, senza la minima nozione su avversari e tappe. Stavolta, il fuoriclasse della Saxo Bank ha studiato ogni dettaglio e sbandiera una forma quasi in stile Tour de France: batterlo, come ha ammesso lo stesso Nibali, sarà un'impresa perché l'iberico va forte su ogni tracciato. Il Giro però non è mai scontato e, in questa edizione, sono tanti che possono ambire a lottare per la 'rosa' e per il podio: il marchigiano Michele Scarponi (Lampre-Isd) come la super coppia della Goex, il russo Danis Menchov e lo spagnolo Carlos Sastre, due assi che, nell'arco delle tre settimane, hanno già dimostrato doti di resistenza e abilità. Due ossi duri, soprattutto quando la strada comincerà a salire, saranno gli spagnoli Joaquim Rodriguez (Katusha) e Igor Anton (Euskaltel-Euskadi), due 'mastini' con cui Nibali ha già lottato nella Vuelta 2010, messa in bacheca dallo 'Squalo'.
Se Contador, dunque, è il grande favorito, è impossibile dimenticare che sul campionissimo dei tempi moderni aleggia l'ombra del doping: a giugno, finalmente, il Tas di Losanna dirà l'ultima parola sulla sua positività al clenbuterolo al Tour 2010, una vicenda poco chiara a cui si sommano le esclusioni dell'ultimora di protagonisti certi come Marzio Bruseghin e Alessandro Ballan, coinvolti nel cosiddetto 'caso Lampre'.
La speranza è che questo Giro, a differenza del passato, faccia dimenticare agli appassionati la presenza, costante, di gente che 'bara', dentro e ai margini del gruppo. Se il Giro fosse solo sport, salite e gente ai bordi della strada che urla sarebbe gia' una grande vittoria, a prescindere da chi, al termine della crono di Milano del 29 maggio, e dopo 3.534,5 chilometri e cime come Zoncolan, Giau, Sestriere e via elencando, indosserà fisicamente quella maglia che è il simbolo di un'intera nazione.