E' una delle hardtail che ci ha maggiormente impressionato in fase di spinta o generalmente in pedalata. Dall'asfalto alle salite sterrate su fondi compatti sembra davvero di pedalare su una specialissima. Pronta ed esplosiva ai cambi di ritmo e pendenza, leggera e scorrevole regala la sensazione di zero dispersione della forza impressa sui pedali. Senza pedali pesa 8,9 Kg.
Basta ricordare alcuni risultati per comprendere l'indole di questa mountainbike. La Bianchi Methanol SL 29 Team è infatti la bici campione del mondo cross country Under 23 2013 con Gerhard Kerschbaumer oltre che la bici con la quale Hector Leonardo Paez ha conquistato il bronzo al mondiale Elite XCM 2013 e dominato alcune delle principali marathon a livello mondiale, una su tutte la Sella Ronda Hero.
La Methanol 29.1 SL si pone al vertice della gamma con ruote 29 pollici sia nella componentistica che nella tecnologia costruttiva del telaio, caratterizzata dalla fibra di carbonio ad altissimo modulo Toray 40T, 30T e 700T, reggisella integrato e rete protettiva in titanio TI-NET inserita sotto al tubo obliquo a proteggerlo dagli urti e dalle pietre.
Il telaio è dotato di tecnologia Triple Wall Tube, ovvero il tubo obliquo ha una terza parte interna che lo irrigidisce permettendo spessori contenuti della fibra. Le forme e le sezioni delle tubazioni, come per la più giovante 27, sono ricercate nel design e ben sagomate, in particolare quelle del tubo sterzo, dell'orizzontale e dei foderi superiori che danno all'insieme un aspetto aggressivo e moderno.
Assente su questo frame, a differenza del 27", il perno posteriore passante 12x142, in luogo del quale c'è un classico con battuta 135mm e sgancio Qr9.
Il movimento centrale è PressFit 30 73mm, il tubo sterzo conico e il passaggio dei cavi è tradizionale esterno (altra differenza con la 27 che lo ha interno). Il peso dichiarato per il solo telaio SL con reggisella intero è di 1.190gr. per la taglia 19".
Il cuore dell'allestimento Team è la modernissima forcella Magura TS8 R eLECT con escursione 100mm, tubo sterzo tapered, perno passante PP15 e controllo elettronico del funzionamento tramite accelerometro. Il gruppo trasmissione è lo Sram XX1 1x11 vel. con corona anteriore 32t e pacco pignoni 10/42.
Sempre di casa Magura l'impianto frenante top di gamma MT8 R con dischi diametro 180/160mm. Al reparto ruote troviamo un set di Crank Brothers Cobalt 3 in alluminio (tubeless) con coperture Hutchinson Black Mamba 29"x2.0.
Attacco, manubrio (K-Force light carbon) e stubby (Il sistema di fissaggio sella) sono marcati FSA, mentre la sella è una San Marco Aspide II personalizzata Bianchi.
La Bianchi Methanol SL 29.1 Team Replica è disponibile nella sola colorazione Team TX in nero opaco e Celeste Bianchi. Tre le taglie disponibili, 17" / 19" / 21". Il prezzo di listino è 5.990€, una cifra importante, giustificata in parte dalla qualità, dalle finiture e dall'allestimento, impreziosito soprattutto dalla forcella Magura TS8 R eLect.
ANALISI STATICA: GEOMETRIE, PESO E POSIZIONE
La Methanol SL 29 ha geometrie marcatamente racing, abbiamo rilevato un angolo sterzo reale di 71,2°, un interasse di 108,8cm, un carro compatto da 44cm e un'altezza da terra del movimento centrale di 30cm. Unica nota stonata è il tubo sterzo che in questa taglia 17" misura 110mm di lunghezza, una quota elevata che unita alla forcella da 100mm di escursione e all'attacco manubrio da soli 6 gradi negativi ci ha posizionato il manubrio a 102cm da terra. Una misura elevata per un assetto che, data l'indole della bici, meritava un avantreno più basso e caricato rispetto al piano di seduta.
Bianchi ci ha consegnato la Methanol in taglia 17" già con altezza sella a misura (72cm dal BB). Per regolare la posizione ci siamo limitati quindi all'arretramento, a questo scopo avremmo preferito uno stubby (il raccordo sella/telaio) con più offset. All'anteriore abbiamo spostato tutti i distanziali sopra lo stem, ruotandolo naturalmente in senso negativo -6°.
Ci ha sorpreso infine il peso rilevato della bici completa: con portaborraccia e liquido sigillante tubeless la bilancia si è fermata a 8,9Kg senza pedali (9,2 con gli Exustar Ep-m 215 del nostro test). Un ottimo valore considerando che le ruote Cobalt 3 e la forcella Magura TS8 non fanno certo del peso il loro punto di forza.
IL TEST
Non servono molti giri di parole, la Methanol 29 SL Team è una delle hardtail che ci ha maggiormente impressionato in fase di spinta o generalmente in pedalata. Dall'asfalto alle salite sterrate su fondi compatti sembra davvero di pedalare su una specialissima. Pronta ed esplosiva ai cambi di ritmo e pendenza, leggera e scorrevole regala la sensazione di zero dispersione della forza impressa sui pedali. Diversi sono i fattori che contribuiscono a tutto ciò, in primis il telaio con retrotreno granitico (l'assenza del perno passante 12x142 è per questo giustificabile) composto dal carro sagomato oversize e il piantone con reggisella integrato.
Inoltre le ruote Crank Brothers Cobalt 3, nonostante il peso intorno ai 1700 gr. per la coppia, sono rigidissime e reattive, hanno una risposta dinamica eccellente, solo sulle maggiori asperità mostrano una rigidità un po' troppo marcata, rendendo a volte "scorbutica" la risposta della bici. Non meno importanti sono le coperture Hutchinson Black Mamba, leggere, ridotte nella sezione e super scorrevoli.
Tutta questa esplosività e rigidità si paga naturalmente nei tratti di salita più difficili e sconnessi, in queste situazioni è richiesto un certo impegno per bilanciare con il corpo il mezzo (caricando bene l'anteriore) e superare gli ostacoli scegliendo bene le traiettorie. In ogni caso le ruote 29", seppur nervose, danno una mano in questi tratti con la marcata facilità di superamento dell'ostacolo.
La forcella Magura TS8 R eLect è un valore aggiunto di questo allestimento Team, ricordiamo che il test completo della forcella si può leggere a questo "link" nell'articolo dedicato.
In discesa, nei tratti lenti e guidati si gode della precisione dell'insieme telaio/ruote/forcella Magura con doppio archetto e perno passante. La maneggevolezza e la guidabilità sono più che buone rendendo curve/controcurve un vero piacere.
All'aumentare della velocità cresce anche la difficoltà nel gestire la bici, le ruote e il retrotreno "hard" unite alla pigrizia della forcella nei primi mm di corsa scompongono a volte l'assetto, consigliando una guida più pulita e accorta. Anche la copertura Hutchinson Black Mamba non aiuta, forzando l'andatura è capitato sovente di perdere l'anteriore, è una copertura estrema, scorrevole e veloce ma anche impegnativa, perfetta per gli atleti del Team Bianchi e meno per i bikers "normodotati". Il potenziale è comunque elevato, una gomma più generosa all'anteriore unita magari ad un set di ruote in carbonio (sempre rigide ma più assorbenti) sarebbero la ciliegina sulla Methanol 29. Non a caso il wheelset 29" Crank Brothers Cobalt 11 in carbonio è proposto come optional per questa versione della Methanol.
E rispetto alla Methanol SL 27,5"? Della sorella con ruote intermedie, provata nei scorsi mesi (qui il link), preferiamo in generale la posizione di guida e la rapidità della risposta nei tratti più guidati, oltre al fatto che quest'ultima è dotata del routing interno dei cavi e dell'asse passante posteriore 12x142. La 29, pur essendo un progetto più datato, è però più completa, ha dimostrato una sempre buona maneggevolezza con una maggiore facilità di conduzione nella maggior parte dei fondi e delle condizioni. Naturalmente anche l'allestimento Team più leggero e performante aiuta in questo giudizio.
IN SINTESI
Bianchi sta lavorando molto negli ultimi anni nel settore mountainbike creando prodotti innovativi, dalle performance e dal design degno del miglior Made in Italy. La Methanol 29 SL Team non è altro che una conferma a tutto ciò, ci ha convinto e ci ha fatto divertire durante tutto il test. E' un' hardtail che fa egregiamente quello per il quale è stata pensata, ovvero correre. Regala soddisfazioni in salita e con un attento setup può essere letale anche in discesa.
Non è priva di difetti, il tubo sterzo da 110mm è uno di questi, probabilmente sarebbe più indicata una forcella con escursione 80/90mm e un attacco manubrio con angolo negativo superiore ai 10°. Pure il comfort con il reggisella integrato unito alle ruote Cobalt 3 non è il suo punto di forza, anche se in verità non ci ha mai messo in crisi nemmeno in uscite superiore alle 3 ore. L'assenza del perno passante e del passaggio interno dei cavi sono invece carenze estetiche e di standard attuali che non ne pregiudicano l'ottimo rendimento.
Una mountain bike che consigliamo senza dubbi all'agonista esperto ed esigente, preparato e che punta alla classifica sia nel Cross Country che nelle Granfondo.
Riccardo Checcaglini